Il tempo in giurisprudenza, è la dimensione temporale in cui si realizza il fatto.
Si può intendere come un periodo che intercorre tra due momenti (durata) o come momento nel quale una situazione giuridica nasce, si modifica o si estingue (data).
Il codice civile (art. 2963) stabilisce una disciplina sul computo dei termini in base al calendario comune.
Nel concetto di tempo viene sempre computato il giorno finale.
Se questo coincide con un giorno festivo, il termine si proroga al giorno successivo non festivo.
Nel computo del tempo a mese, si intende la scadenza del termine il giorno del mese iniziale. Se manca tale giorno, il termine si compie con l’ultimo giorno dello stesso mese.
Tempo del commesso reato in diritto penale è determinante in alcune condizioni:
1)Quando il fatto criminoso si è svolto in parte sotto una legge, in parte sotto un’altra. (esempio reati ad azione frazionata o reati a distanza).
Tre sono gli orientamenti sul momento del commesso reato:
1) teoria dell’evento che considera il reato commesso nel momento in cui si è verificato il risultato esteriore della condotta umana (scoppio della mina);
2) teoria dell’attività: si deve tener conto del tempo in cui fu commessa l’azione o l’omissione (posa della mina);
3) teoria mista o del favor rei: considera il reato commesso sia nel momento in cui si è svolta l’attività, sia nel momento in cui si è verificato l’evento, a seconda degli effetti favorevoli che derivano al reo.
La giurisprudenza segue la teoria dell’attività