Antitrust

La politica della concorrenza ha un ruolo importante per raggiungere gli obiettivi posti dalla Comunità europea per il raggiungimento della integrazione economico-politica dell’Europa.
Secondo il Trattato CE, deve essere creato un regime che garantisca la concorrenza non falsata nel mercato interno.
I principi fondamentali della disciplina della concorrenza sono:
1) disciplinare le relazioni finanziarie tra i poteri pubblici e le imprese pubbliche, oltre le imprese per la gestione di servizi di interesse generale;
2) vietare le intese pregiudizievoli al commercio tra gli Stati membri e restrittive della concorrenza all’interno del mercato comune;
3) vietare alle imprese che hanno una posizione dominante nel mercato comune, di abusarne;
4) regolamentare gli interventi degli Stati membri nell’economia. In questo modo si impedisce che gli aiuti economici alle imprese limitino il libero esplicarsi della concorrenza.
Il Trattato non contiene, invece, una specifica normativa riguardo alle concentrazioni d’imprese.
La Commissione applica le regole comunitarie della concorrenza.
Il controllo finale è riservato, ad istanza degli interessati, alla Corte di Giustizia.
L’art. 96 del Trattato stabilisce, che la Commissione debba consultarsi con gli Stati membri interessati dopo aver notato una disparità esistente nelle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative degli Stati membri, in grado di falsare le condizioni di concorrenza sul mercato comune .
Se non si raggiunge un accordo, il Consiglio stabilisce le direttive per eliminare la distorsione.
Il Trattato CECA viene applicato solo alle imprese produttrici di carbone ed acciaio e vieta gli accordi e le attività che impediscono il normale esplicarsi della concorrenza nel mercato comune.
La Commissione deve inoltre dare un’autorizzazione preventiva per ogni operazione che abbia come effetto diretto o indiretto, una concentrazione tra imprese.

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