Salviamo i precari della sanità (infermieri, medici, tecnici, fisioterapistim dietiste). Evitiamo il collasso della sanità

Comitato S.p.A. -Sanitari precari Altamurani-
PRESIDENTE: DOMENICO CIRASOLE
E-MAIL dcirasole@libero.it
Cell. 3476740259

Alla cortese attenzione
Del Governatore della Regione Puglia
Dott. Nichi VENDOLA
Dell’assessore regionale alla Salute
Dott. Tommaso FIORE
Del Sindaco del Comune di Altamura
Dott. Mario STACCA
Del presidente del consiglio comunale
Dott. Nicola D’ambrosio
Del consiglio comunale
Dei consiglieri regionali

Oggetto: Stabilizzazione del personale sanitario precario
I miei vent’anni di lavoro come infermiere professionale, nelle strutture di Rianimazione Cardiochirurgica e Pronto Soccorso, mi hanno insegnato che bisogna essere caparbi e tenaci nelle emergenze.
Sembra in questo momento per noi sanitari precari, che nessuno possa aiutarci a garantire il nostro diritto al Lavoro, maturato dopo anni di esperienza in luoghi scomodi, quali appunto la Rianimazione ed il Pronto Soccorso.
Il comitato S.p.A. (Sanitari precari Altamurani) nasce con lo scopo di veder tutelato il diritto alla salute, il buon funzionamento della pubblica Amministrazione, ovvero gli ospedali, e non da meno il diritto alla continuità lavorativa (stabilizzazione).
Il comitato ha come fondatori il personale sanitario precario, e come altri soci tutta la popolazione attenta alla problematica. La sottoscrizione di altri soci continua in tutto il territorio della murgia ed iniziamo a prendere contatti con altre realtà in città della Puglia.
Per questo il comitato è pronto anche a parlare di altri problemi dell’ospedale di Altamura, qualora fosse invitato dalle forze politiche e istituzionali.
Vogliamo parlare dei professionisti che migreranno dagli “OSPEDALI PRECARI” verso realtà più stabili, svuotando gli stessi ospedali.
Vogliamo parlare del fatto che noi stessi ricopriamo un posto vacante da anni e di piante organiche ormai vecchie e risalenti al 2004.
Vogliamo parlare di tagli di posti letto, di chiusure di reparti, di chiusure o trasformazione di ospedali decentrati nel territorio vedi le realtà di Gravina, Santeramo, Grumo.
Vogliamo parlare di trasferimenti d’urgenza in ambulanza, da un lato all’altro della regione, o peggio fuori regione, viaggi che costano oltre che in termini economici, anche in termini di sicurezza, più della stessa cura dell’ammalato nel nostro ospedale d’Altamura.
Vogliamo parlare di trasferimenti d’urgenza in ambulanza, verso reparti di emodinamica-cardiologica più vicini, quando lo stesso ospedale di Altamura potrebbe averne uno dove curare con angioplastiche d’urgenza i pazienti della Murgia.
Forse è meglio così perché non avremmo, né gli infermieri precari, né medici precari per poterlo far funzionare.
Per non parlare della cardiologia domiciliare, nata per ridurre i costi ed i tempi di degenza è finita nel nulla.
Vogliamo parlare dell’assistenza domiciliare integrata, che funziona poche ore al giorno, e che non garantisce al paziente l’assistenza 24/24, specie se trattasi di pazienti oncologici.
Vogliamo parlare del fatto che dal 01.01.2011 l’attuale Assistenza domiciliare scomparirà, perché il personale è tutto precario.
Vogliamo parlare delle sorti dei pazienti colpiti da ictus cerebrali, od emorragie cerebrali.
Certo la tanto sospirata e travagliata apertura dell’ “OSPEDALE DELLA MURGIA” risolverebbe il problema del precariato, anzi in tal caso sarebbe necessario molto più personale.
Tutto questo è scomodo, rischioso per la salute dei cittadini, prima ancora che per il personale sanitario precario…… precario talvolta da dieci anni.
La coperta viene tirata da ogni parte, con il rischio di compromettere la salute dei nostri ospedali e dei cittadini.
Le proroghe di tre mesi sono solo un delirio, un’auto-distruzione che annulla il professionista nella sua dignità, e lo costringe a fare le valige per regioni e strutture ospedaliere, nelle quali vengono stipulati contratti a tempo indeterminato ovvero contratti a tempo determinato non inferiori a 24 mesi.
Infatti oggi siamo qui presenti per parlare proprio di loro, precari da anni, con un diritto maturato, quello ad essere stabilizzati, perché lo impone la legge.
Il D.Lgs 368/2001, all’art. 5, punto 4 bis, prevede che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano considerati contratti a durata indeterminata, lo stesso D.Lgv 368/2001 succesivamente modificato dalla L. 133/2008 da attuazione alla direttiva Europea 1999/70/CE, relativa all’accordo sul lavoro a tempo determinato concluso dall’UNICE, dal CEEP e dal CES.
Inoltre in base art.1 comma 40 della Legge 247/2007, che ha modificato il D.Lgs 368/2001 inserendo il comma 4-bis dell’art.5 del decreto in esame, si stabilisce che il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore che abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro, si considera a tempo indeterminato ai sensi del comma 2 (ovvero si considera a tempo indeterminato ove lo stesso si protragga oltre il ventesimo giorno dalla data di scadenza prevista nel contratto con il quale è stato raggiunto il limite dei 36 mesi).
La legge 247/2007 ha già previsto, dunque nuove norme per ridurre le forme più precarie di lavoro ed incentivare l’occupazione più stabile, e nell’ambito dell’obiettivo del contenimento del precariato, viene affermato il principio per cui “il contratto di lavoro subordinato è stipulato di regola a tempo indeterminato”, e che per la durata dei contratti a tempo determinato, è introdotto il limite massimo di 36 mesi, comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l’altro.
Superato questo limite temporale, il rinnovo del contratto a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti, comporta la trasformazione del rapporto di lavoro in contratto di lavoro a tempo indeterminato.
È stato, inoltre, stabilito un diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato per coloro che sono stati utilizzati con contratto a termine per un periodo superiore ai 6 mesi.
Orbene a difesa del diritto alla stabilità lavorativa del personale precario, nessuna forza sindacale è scesa in campo, nessuno è intervenuto in loro difesa, anzi il sottoscritto presidente del comitato, è a conoscenza di accordi delle forze sindacali, nel senso contrario.
Si, i sindacati in altre regioni sono intervenuti a difesa del diritto al lavoro, mentre nella nostra regione sembrano assenti, o muti, ma in realtà hanno fatto accordi a nostro discapito.
A mio sapere nessun sindacato ha aperto una piattaforma per discutere del nostro diritto alla stabilizzazione, e questo mi lascia veramente stupefatto.
Non solo, che la soluzione sia di procedere alla stabilizzazione del personale risulta ancor più evidente dopo la sentenza dalla Corte Costituzionale N. 333 del 24 novembre 2010, che precisa che NESSUSNA ASSUNZIONE PUO’ ESSER FATTA DAL 01.01.2011, ovvero non sono consentite << nuove assunzioni, che comporti oneri tali da pregiudicare il contenimento delle spese per il personale, obiettivo avuto di mira dal legislatore statale con le leggi finanziarie 2009 e 2010, così da compromettere la concreta attuazione delle suindicate disposizioni legislative statale>>.
Dunque le parti impegnate al rispetto dei diritti del lavoratore dopo un’attenta lettura della sentenza, avrebbero dovuto da subito intraprendere un tavolo di trattative per procedere, come detto alla stabilizzazione del personale precario.
Ma è evidente che il problema del lavoro precario nella sanità ha dei risvolti sociali.
Infatti le istituzioni, le forze politiche tutte, a seguito di questo dettato della corte costituzionale dovrebbero concordare un documento comune che possa evitare il peggio per la sanità pugliese.
Oggi dopo la sentenza 333/10 della Corte Costituzionale per tutti (medici, infermieri, tecnici), vi è un solo pensiero, trovare lavoro nel brevissimo tempo.
Si, dobbiamo trovare una nuova occupazione entro il 31.12.2010, perché dall’anno nuovo, in tutte le regioni vi sarà il blocco del turn-over, e quindi niente nuove assunzioni.
Ma è ora che la popolazione Altamurana e pugliese sappia che questa fuga repentina entro il 31.12.2010 del personale sanitario precario impegnato nell’ospedale di Altamura e di tutte le città della Puglia, determinerà il collasso degli ospedali.
Infatti, ormai prossimi alle festività natalizie, e all’avvicinarsi del picco influenzale, il personale che ormai già da anni è in affanno perché meno di quanto dovuto, sarà costretto a turni di forza per garantire il servizio.
Ma a parere di chi scrive a causa di questa fuga, alcuni servizi e reparti saranno chiusi, o ridotti, mentre in altri saranno garantiti solo disservizi.
Il collasso degli ospedali è già in atto nella provincia di Bari, basta guardare ciò che accade in questi giorni nel Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere, nel quale è tutto esaurito, e i ricoverati sostano per giorni su barelle.
Ma la situazione dell’ospedale Di Venere non è molto diversa dall’ospedale di Altamura e degli altri ospedali pugliesi.
A breve quando i primi professionisti precari daranno le dimissioni, la situazione anche ad Altamura e negli altri ospedali pugliesi, si farà dura.
Ad oggi già due ginecologi ad Altamura hanno già dato le dimissioni, per firmare contratti con più garanzie, e con scadenza non a breve tempo.
Si, perché altrove i professionisti hanno contratti della durata minima di 24 mesi, mentre il sottoscritto ha visto solo contratti della durata di 6 mesi.
La fuga a breve riguarderà anche i rianimatori , cardiologi, radiologi, medici del pronto soccorso, tecnici, dietiste e non da meno gli infermieri quasi tutti impegnati in reparti d’urgenza (pronto soccorso, utic-cardiologia, rianimazione), e nell’assistenza domiciliare.
Concludendo la sentenza della suprema Corte ha fatto chiarezza, e giustizia, ma causerà a breve danni irreparabili per l’ospedale di Altamura, e negli altri ospedali di tutta la Puglia.
Dunque le forze politiche hanno il dovere di trovare una soluzione comune per le sorti del personale sanitario precario, che riesca a dare garanzie validi e durature nel tempo.
Infatti, la continuità lavorativa (ovvero personale a contratto indeterminato) è la chiave forte delle strutture sanitarie private, che vantano prima di tutto efficienza e guadagni, proprio sulla capacità del personale di essere preparati ed organizzati, conseguenza queste della scelta di avere, dopo un periodo di prova, solo personale in pianta stabile, ovvero a tempo indeterminato, che sapendo benissimo cosa fare, rende efficiente la struttura sanitaria privata, permettendo guadagni alle strutture stesse.
Orbene oggi dopo la sentenza 333/10 si potrebbe intuire la volontà delle ASL di spostare per mobilità il personale, ad esempio infermieri impegnati in reparti non d’urgenza o ormai prossimi alla pensione, che potrebbero essere spostati in realtà quali il Pronto soccorso, Rianimazione, UTIC.
La Legge 30 luglio 2010, n. 122 inoltre farà cessare, il rapporto di lavoro tutti i precari che da anni ricoprono posti vacanti delle piante organiche.
Non si tratta di sostituzioni per malattie, o gravidanze, ma di posti vacanti, perché ci sono state nuove ed imprevedibili esigenze, che a visto costrette le ASL di assumere a tempo determinato, e di prorogare semestralmente la scadenza del contratto.
Tra queste esigenze ad esempio vi è l’apertura ad Altamura del reparto di UTIC-CARDIOLOGIA, RIANIMAZIONE, 118.
Ma manca ancora nella ex Bari 3, e Altamura, l’avvio del triage nel Pronto Soccorso, che in questa storia vedrà la peggio vedendo svanire l’apertura del triage, ma perderà 12 medici e molti infermieri.
E’ facile intuire che questo personale deve essere qualificato, esperto, addestrato, e non può essere sostituito facilmente con l’utilizzo della mobilità, ovvero con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa come precisa la legge 122/10.
In altre parole, precisa la legge 122/10, che il diritto alla salute sarà garantito perennemente da personale precario (medici ed infermieri), al contrario di quanto accadeva in passato, che grazie alla direttiva Europea 1999/70/CE, e la Legge 247/2007, la precarietà era solo occasionale, e non era una regola.
Difatti grazie a queste norme dopo 36 mesi e 21 giorni il personale con contratti a termine avente lo stesso datore di lavoro, vedeva trasformare a tempo indeterminato il proprio contratto.
In altre parole dunque, si è stabilito un principio che affianca la stabilizzazione al concorso, per poter essere assunti nella Pubblica Amministrazione , e negli ospedali.
Dal 1.1.2011 a causa della legge 122/2010 vi sarà un taglio del personale precario, che solo parzialmente sarà sostituito da altro personale, sempre precario con l’ aggravante dei contratti atipici.
Questa situazione potrebbe vedere ridurre il numero degli operatori, ma rendere precario anche il diritto alla salute, e creare ulteriori disservizi nel presidio altamurano, che non è un’eccezione, ma anzi è la conferma di una regola, ovvero è l’esempio di ciò che accadrà in tutti gli ospedali della Puglia.
Uno spiraglio, credo possa venire, dalla Circolare Uppa Prot. DFP 46078, che forse potrebbe derogare alla interruzione del rapporto lavorativo dei professionisti a rischio, solo sé il piano di rientro sarà approvato.
Infatti, solo allora si potrebbe pensare di stabilizzare il personale precario prima del 31.12.2010.
Questa scelta ad oggi, nelle altre regioni d’Italia, è la più seguita.
Si, perché i professionisti precari (medici, infermieri, tecnici, dietiste, fisioterapisti, ecc) sono presenti in tutta l’Italia.
Le stime fatte contano 43 mila precari della sanità che rischiano il posto, mettendo in pericolo l’assistenza ai malati, e il buon funzionamento degli ospedali, inoltre sottolinea l’Anaao-assomed (l’associazione dei medici dirigenti), che solo la dirigenza esprime da sola 8.239 precari.
Dunque alla luce di questo dato, in molte regioni si affrettano a stabilizzare e a concedere proroghe anche di 36 mesi al personale precario, come negli esempi di seguito riportati:
1. Comune di Noto che ha completato l’iter della stabilizzazione di tutti i precari del Comune;
2. Regione Sicilia che ha previsto un disegno di legge per stabilizzare 22.500 precari entro il 31.12.1010, come chiesto dalla CISL Funzione Pubblica della Sicilia (Messina) che non vuole stare con le mani in mano e sollecita il Governo Regionale ad aprire il tavolo di confronto per trovare le soluzioni definitive per la contrattualizzazione del personale precario, infatti la giunta regionale, ha fissato al prossimo primo dicembre la data in cui i circa 4.800 lavoratori precari da stabilizzare cominceranno a firmare i contratti a tempo indeterminato;
3. Sanità abruzzese che vedrà entro l’anno stabilizzare circa il 50% dei precari, infatti Venturoni ha spiegato che "entro il 31 dicembre tutti i contratti di medici, infermieri e tecnici a tempo determinato saranno trasformati in contratti definitivi, e al 50% dei precari del comparto che non ha ancora maturato i requisiti sarà garantita la continuità lavorativa con proroghe di 36 mesi stipulate entro il 31.12.2010;
4. Regione Campania la Uil FP Campania ha evidenziato che comunicherà ai Direttori Generali ed ai Commissari l’obbligo del confronto in merito al percorso di stabilizzazione del precariato, inclusa la proroga di un anno dei contratti in scadenza al 31 dicembre;
5. Frosinone Precari della Sanità, i lavoratori precari della Asl devono essere stabilizzati. Non ci sono altre strade ma nessuno vuole ammetterlo». E’ quello che sostiene la sigla sindacale Fials, guidata a Frosinone da Francesco D’Angela;
6. Il governatore del centrodestra in Campania, Stefano Caldoro (Pdl) ed il presidente della prima commissione Affari istituzionali, Angelo Polverino sono convinti della possibilità di procedere ai rinnovi dei contratti già in essere alla scadenza di fine e di prorogare gli attuali rapporti di lavoro in riferimento alla salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza;
7. Regione Lazio il Ministro della salute Fazio ed il Presidente della Regione Lazio Polverini sono stati chiari, loro non hanno l’intenzione di mandare a casa nessuno nel comparto sanità, ma sono al contrario per stabilizzare i precari, e per fare questo c’è bisogno di rientrare dal deficit annuale almeno con il bilancio consuntivo 2010. Lo stop al turn over, cioè la sostituzione automatica dei pensionati del comparto, non può avvenire per chi ricopre posti vacanti da anni e prima dell’entrata in vigore dello stop al turn over dicono;
8. Città di Roma la FP CGIL ha inviato 5 emendamenti alla legge di stabilità sul personale precario delle pubbliche amministrazioni a tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato, infatti, con le ultime disposizioni (la legge 122/2010) questi lavoratori, segnala il sindacato in una nota, non vedranno rinnovati i loro contratti o non potranno accedere ai processi di stabilizzazione, nonostante il possesso dei requisiti, per questi motivi la FP CGIL chiede che nella Legge di Stabilità sia inserita la possibilità di prorogare i contratti dei precari fino alla fine del 2011 e portare a compimento i processi di stabilizzazione già avviati, «Crediamo – prosegue la nota – che il Parlamento si debba assumere la responsabilità di garantire ai cittadini quelle tutele e quei servizi che proprio in una fase di crisi permettono a lavoratori, famiglie e imprese di affrontare con minor disagio una fase oggettivamente difficile della vita del Paese», il personale precario è infatti indispensabile per garantire il regolare funzionamento della sanità;
9. Asl di Viterbo, la Segreteria Provinciale della Fials intende esprimere la propria soddisfazione per l’iniziativa del Direttore Generale della AUSL Viterbo che ha comunicato al Commissario ad ACTA alla Sanità della Regione Lazio On. Renata Polverini, l’intenzione di avviare le procedure per il superamento del precariato sia per i dirigenti (medici, biologi ecc.), che per i numerosi operatori del comparto(infermieri, tecnici, ).
10. Regione Marche L’Assessore ai Servizi alla Persona Bruna Aguzzi interviene dicendo che “diamo pieno sostegno all’iniziativa delle organizzazioni sindacali della sanità volta a garantire il rinnovo del rapporto di lavoro a tutti i precari con contratto in scadenza a fine anno”;
11. La Asl di Latina ha prorogato i contratti di 76 dirigenti medici e 158 tra infermieri al 31 dicembre 2011, con una spesa prevista sul bilancio del prossimo anno.
Dunque se in tutte le regioni, tutte le forze politiche, sindacali, e istituzionali, scendono in campo a difesa del personale precario sanitario, per scongiurare disastri annunciati nella sanità, perché in puglia vige il mutismo più assoluto.
Dove sono le forze politiche?????
Dove sono le forze sindacali??????
Ovviamente non essendo tecnico, e non conoscendo gli sviluppi politici e legislativi, mi riferisco al dato di fatto, ovvero che ad oggi tutti gli operatori non hanno garanzie per il loro futuro, e a causa di ciò gli ospedali si svuoteranno di professionisti, mettendo a serio rischio molti reparti.
Il sottoscritto quale Presidente del comitato, dunque, conferma la volontà di incontrare pubblicamente (con i media) il governatore VENDOLA, dal quale sperare di ricevere informazioni, e rassicurazioni per i professionisti precari della murgia, della Puglia, e per tutta la popolazione altamurana e pugliese.
Il sottoscritto è certo che con la volontà di tutte le parti politiche ed istituzionali, ai diversi livelli (comunale, regionale, statale), si potrà evitare un disastro, ovvero il collasso della sanità.
Il sottoscritto ringrazia anticipatamente il Governatore VENDOLA, qualora voglia accogliere l’invito ad incontrare una delegazione dello stesso comitato S.p.A. con la presenza dei media.
Il comitato ovviamente in assenza, di detto incontro e di rassicurazioni nel lungo tempo da parte dell’Assessore Regionale Prof. Tommaso FIORE per i precari professionisti, continuerà la sua azione dimostrativa, e informativa nei confronti della popolazione Altamurana e Pugliese.
Altamura, li 29.11.2011
In fede
DOMENICO CIRASOLE
PRESIDENTE del Comitato S.p.A. –Sanitari precari Altamurani –
Email: dcirasole@libero.it Cell: 3476740259

Parere motivato di diritto civile in merito a concorsi pubblici interni per il passaggio di qualifica.

Parere offerto dal dott. Domenico CIRASOLE

La questione giuridica in esame vede interessati Caio e Sempronio unitamente ad altri loro colleghi, che esponevano di esser tutti ex dirigenti di cancelleria addetti a vari Tribunali.
Gli stessi esponevano che era stato pubblicato il CCNL per il comparto e che era stato infine pubblicato il vero e proprio bando di concorso per 500 posti.
Caio e Sempronio unitamente ad altri avevano presentato domanda, ma erano stati esclusi dal concorso poiché erano nel frattempo cessati dal servizio.
Gli stessi contestano l’esclusione rappresentando che la tardiva domanda era stata determinata soltanto dal ritardo del Ministero nel bandire il concorso, e chiedono il loro diritto a partecipare al concorso per 500 posti livello, nonché annullare e/o revocare i provvedimenti di loro esclusione dal concorso , ovvero ordinare al Ministero di procedere a nuovo scrutinio o, in alternativa, annullare e/o revocare la graduatoria approvata per i 500 posti .
In generale deve ribadirsi che, in materia di giurisdizione nelle controversie concorsuali di pubblico impiego per l’attribuzione ai dipendenti della qualifica superiore la fattispecie è rimessa alla giurisdizione del giudice amministrativo.
Dove il concorso interno riguardi la progressione verso una qualifica superiore della stessa area ovvero verso una qualifica superiore tout court, in tal caso la giurisdizione è del giudice ordinario.
Vi è quindi un carattere residuale, eccezionale, limitato della giurisdizione del giudice amministrativo in materia di concorsi pubblici interni per il passaggio di qualifica (Cass., sez. un., 23 aprile 2008, n. 10459; id, 28 novembre 2005, n. 25042).

Dunque la corte ha ribadito l’applicazione del D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 63, comma 4, nel riservare alla giurisdizione del giudice amministrativo le controversie in materia di procedure concorsuali per l’assunzione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Mentre assegna al giudice ordinario le controversie attinenti a concorsi interni che comportino il passaggio da una qualifica ad un’altra nell’ambito della stessa area (Cass., sez. un., 4 giugno 2007, n. 13049).
Detto ciò l’amministrazione che ha bandito il concorso in esame, lo ha comunque circoscritto ad un’ipotesi di mobilita verticale, ovvero da una qualifica ad un’altra superiore.
In detta fattispecie in materia di controversie nel lavoro pubblico privatizzato – come già ricordato – la giurisdizione è del giudice ordinario. (Cass. civ. Sez. Unite, 25-05-2010, n. 12764).

SANITARI (MEDICI, INFERMIERI) PRECARI A CASA E COLLASSO NATALIZIO PER GLI OSPDEALI.

Comitato S.p.A. -Sanitari precari Altamurani-
PRESIDENTE: DOMENICO CIRASOLE
E-MAIL dcirasole@libero.it Cell.347.67.40.259
Altamura 02.12.2010
Il sottoscritto presidente del Comitato ribadisce la volontà di incontrare il GOVERNATORE VENDOLA con l’ASSESSORE TOMMASO FIORE, in merito alla vicenda dei professionisti (medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti) precari della sanità pugliese.
Le stime fatte contano 43 mila precari della sanità italiana che rischiano il posto, mettendo in pericolo l’assistenza ai malati, e il buon funzionamento degli ospedali, inoltre sottolinea l’Anaao-assomed (l’associazione dei medici dirigenti), che solo la dirigenza medica italiana esprime da sola 8.239 precari.
In puglia, come nel resto dell’Italia il blocco del turn-over imposto dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, causerà il mancato rinnovo dei contratti dei sanitari (medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, dietiste), con il corrispettivo collasso di tutti gli ospedali della puglia.
Il personale precario è da anni dipendente delle ASL, ed ha in parte maturato il suo diritto ad essere stabilizzato ( come imposto della legge 247/2007 , dal D.Lgv 368/2001 , dalla Legge 133/2008, dalla direttiva Europea 1999/70/CE, relativa all’accordo sul lavoro a tempo determinato concluso dall’UNICE, dal CEEP e dal CES).
In puglia, per gli ospedali, la situazione si fa più grave, perché la Corte Costituzionale nella sentenza n. 333 del 24 novembre 2010 dichiara che “l’art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, della legge della Regione Puglia n. 27 del 2009, destinando l’intero ammontare dei minori costi derivanti da cessazioni del servizio negli anni 2009 e 2010 a nuove assunzioni, non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica e viola, quindi, l’art. 117, terzo comma, Cost.. “
Dunque per i precari non vi è più nessuna speranza!!
In pochi istanti il diritto alla stabilità lavorativa (stabilizzazione del personale precario) diventa superato, anche se quasi del tutto maturato.
La normativa prevede che nel pubblico si accedeva per concorso, e in casi eccezionali per stabilizzazione, dopo 36 mesi e 21 giorni.
E’ finita !!!
Ora per tutti (medici, infermieri, tecnici), vi è un solo pensiero, trovare lavoro nel brevissimo tempo.
Si, dobbiamo trovare una nuova occupazione entro il 31.12.2010, perché dall’anno nuovo, in tutte le regioni vi sarà il blocco del turn-over, e quindi niente nuove assunzioni.
Ma, è ora che la popolazione PUGLIESE sappia che questa fuga repentina entro E PRIMA DEL il 31.12.2010 del personale sanitario precario impegnato negli ospedali PUGLIESI determinerà il collasso degli ospedali.
Infatti, ormai prossimi alle festività natalizie, e all’avvicinarsi del picco influenzale, il personale che ormai già da anni è in affanno perché meno di quanto dovuto, sarà costretto a turni di forza per garantire il servizio.
Ma a parere di chi scrive a causa di questa fuga, alcuni servizi e reparti saranno chiusi, o ridotti, mentre in altri saranno garantiti solo disservizi.
Il collasso degli ospedali è già in atto, basta guardare ciò che accade in questi giorni nei Pronto Soccorso, nei quali è tutto esaurito, e i ricoverati sostano per giorni su barelle.
Ad oggi già molti professionisti (medici, infermieri) hanno dato le dimissioni, per firmare contratti con più garanzie, e con scadenza non a breve tempo.
Si, perché altrove i professionisti hanno contratti della durata minima di 24-36 mesi.
Dunque, detto in altre parole, dal 1 gennaio 2011 per i sanitari precari non vi saranno proroghe, a causa della legge 30 luglio 2010, n. 122, e della sentenza della Corte Costituzionale n. 333 del 24 novembre 2010.
Il problema dei sanitari precari, è risolto in tutte le regioni italiane con proroghe di 36 mesi, per effetto dell’intervento delle forze sindacali, e per la particolare sensibilità delle istituzioni e delle forze politiche, al rispetto della continuità lavorativa, e della continuità assistenziale.
Infatti, di questo si parla, garantire il buon funzionamento degli ospedali attraverso la continuità lavorativa dei sanitari.
In puglia le forze sindacali non sono scese in campo in tempo utile, a difendere il diritto alla continuità lavorativa, e questa loro assenza, ha causato un danno irreparabile al mondo del lavoro precario.
Infatti i precari che danni lavorano negli ospedali pugliesi, andranno a casa , e al loro posto lì dove necessario arriverà personale a contratto indeterminato da anni dipendente di altre ASL fuori regione, che ha già firmato il nuovo contratto con le ASL pugliesi.
Per loro la legge impone un preavviso di tre mesi nelle ASL in cui sono dipendenti, ed al termine del quale sono libere di trasferirsi negli ospedali pugliesi.
Dunque per noi precari E’ VERAMENTE FINITA.
PER EFFETTO INTRECCIATO DI MOLTI FATTORI (SINDACATI, LEGGI, SENTENZE) PER NOI PRECARI CI SONO SOLO PICCOLE PROROGHE DI POCHI MESI (indispensabili per permettere ai dipendenti assunti con la mobilità), E POI TUTTI A CASA.
MA MOLTI PROFESSIONISTI IN PRESENZA DI QUESTE PICCOLE PROROGHE ANDRANNO VIA DA SUBITO!!
INFATTI QUANTO PRIMA TUTTI CERCHEREMO UNA NUOVA OCCUPAZIONE!!
QUALE LA CONSEGUENZA???
IL COLLASSO DEGLI OSPEDALI E ANTICIPATO ALLE FESTE NATALIZIE.
Infatti, se le proroghe fossero di tre mesi, vi sarà la corsa e la concorrenza per i pochi posti rimasti vacanti nel resto d’Italia, prima che intervenga il blocco del turn-over previsto a partire dal 01.01.2011.
Dunque il comitato costituitosi per difendere il diritto alla salute, il buon funzionamento degli ospedali, ed il diritto alla continuità assistenziale, ed lavorativa chiede URGENTEMENTE un incontro con il GOVERNATORE VENDOLA.
Sicuri, che la Puglia da anni attenti al buon funzionamento degli ospedali, ed al diritto alla continuità assistenziale (stabilizzazione del personale precario) si possa scegliere, come nel resto d’Italia, di prorogare da subito, di 36 mesi i contratti in scadenza il 31.12.2010.
A TAL FINE IL COMITATO OGGI 02.12.2010 SARA’ PRESENTE AL CONSIGLIO COMUNALE DI GRUMO, PER SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA DEL PROBLEMA DEI PRECARI E DEGLI OSPEDALI, CONSEGNANDO QUESTO DOCUMENTO ALL’ASSESSORE ALLA SALUTE DOTT. TOMMASO FIORE.
IL COMITATO CONTINUA LA SUA LIBERA MANIFESTAZIONE DI PENSIERO NELLE PIAZZE E NEGLI OSPEDALI DELLA PUGLIA.
In fede
Domenico CIRASOLE
PRESIDENTE DEL COMITATO S.p.A. (Sanitari precari Altamurani)
Guarda il video con intervista all’assessore alla salute TOMMASO FIORE, in occasione del consiglio comunale monotematico tenutosi ad ALTAMURA.
(http://www.altamuralife.it/magazine/notizie/sanita-tavola-rotonda-con-l-assessore-tommaso-fiore/ )

Parere legale motivato di diritto civile in tema di irreperibilità o rifiuto di ricevere la notifica ex art. 140 c.p.c.

La questione giuridica in esame interessa Sempronio che si vede notificare un decreto ingiuntivo – effettuata ex art. 140 cod. proc. civ.- ma di cui ha avuto conoscenza alcuni giorni dopo la notifica.
A causa di detta mancata conoscenza in tempo utile Sempronio non può appellarsi.
Infatti il decreto è efficace per il destinatario dal giorno in cui l’ufficiale giudiziario spedisce al destinatario la raccomandata.
Quindi l’opposizione dovrebbe considerarsi tardiva e quindi improcedibile, perché proposta oltre il termine decadenziale di quaranta giorni di cui all’art. 641, primo comma, cod. proc. civ.
Mentre, se si considera efficace per il destinatario il giorno di effettivo il ritiro del piego o decorsi i dieci giorni successivi alla spedizione , l’opposizione dovrebbe considerarsi tempestiva e quindi procedibile.
Infatti è del tutto evidente che l’art 140 c.p.c. è in contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost. nella parte in cui, secondo il diritto vivente, fa decorrere gli effetti della notifica, per il destinatario della stessa, dal momento in cui l’ufficiale giudiziario, dopo aver eseguito il deposito dell’atto da notificare presso la casa comunale ed aver affisso il prescritto avviso alla porta dell’abitazione del destinatario, completa l’iter notificatorio inviando al destinatario medesimo una raccomandata con avviso di ricevimento contenente notizia dell’avvenuto deposito, anziché prevedere che la notificazione si ha per eseguita decorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata ovvero dalla data del ritiro della copia dell’atto, se anteriore.
E’ ravvisabile nella norma in esame affianco all’effetto anticipato per il notificante un ulteriore provvisorio e anticipato effetto per il destinatario.
La cassazione a Sezioni unite con l’ordinanza n. 627 del 2008 ha affermato che, nel caso della notifica del ricorso per cassazione sia a mezzo posta sia ex art.140 cod. proc. civ., l’avviso di ricevimento non è un elemento costitutivo della notifica, bensì esclusivamente una prova dell’intervenuto perfezionamento del procedimento notificatorio.
Ma si rammenta che sussiste conoscibilità nel momento in cui un atto entra nella sfera del destinatario, il che accade successivamente al momento in cui viene spedito in tale direzione come si trova riscontro, sul piano sostanziale, nell’art. 1335 cod. civ., che pone la presunzione di conoscenza degli atti ricettizi nel momento in cui giungono all’indirizzo del destinatario, e non nel momento in cui sono spediti a tale indirizzo.
Ergo quindi non vi è un’adeguata tutela per il destinatario che si costituisce: «se il destinatario si costituisce, per legge egli ha avuto conoscenza non quando la raccomandata informativa è giunta al suo indirizzo, bensì quando vi è stata spedita».
Per lo stesso destinatario che si costituisce vi sarebbe una riduzione dei termini a difesa (siano quelli per proporre una opposizione, siano quelli di comparizione per una costituzione tempestiva) rispetto ai soggetti che ricevono la notifica a mani proprie oppure a mezzo posta.
La stessa Corte di cassazione, con l’ordinanza delle Sezioni unite n. 458 del 2005, ha considerato comunque necessario che il notificante, esibendo l’avviso di ricevimento, ponga il giudice nelle condizioni di verificare se l’atto sia stato effettivamente consegnato al destinatario o sia comunque convenientemente entrato nella sua sfera di conoscibilità.
Così interpretata l’art. 140 cod. proc. civ non prevedendo che il contraddittorio si instauri all’atto della consegna al destinatario o al verificarsi della compiuta giacenza della suddetta raccomandata – violerebbe la Costituzione, per irragionevolezza, per ingiustificata disparità di trattamento rispetto alla notificazione di atti giudiziari a mezzo posta, per l’incidenza sul diritto di difesa del destinatario e per la lesione dei principi costituzionali in materia di giusto processo.
Ciò comporta che il notificante evita ogni decadenza a suo carico con la consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario, mentre il destinatario trascurando la ricezione della stessa soffre di una riduzione dei termini per lo svolgimento delle successive attività difensive, giacché questi cominciano a decorrere da un momento anteriore rispetto a quello dell’effettiva conoscibilità dell’atto.
Nell’attuale sistema normativo si è dunque verificata una discrasia, ai fini dell’individuazione della data di perfezionamento della notifica per il destinatario.
È evidente che la disposizione così come interpretata dal diritto vivente, facendo decorrere i termini per la tutela in giudizio del destinatario da un momento anteriore alla concreta conoscibilità dell’atto a lui notificato, viola i parametri costituzionali, per il non ragionevole bilanciamento tra gli interessi del notificante, su cui ormai non gravano più i rischi connessi ai tempi del procedimento notificatorio, e quelli del destinatario, in una materia nella quale, invece, le garanzie di difesa e di tutela del contraddittorio devono essere improntate a canoni di effettività e di parità.
Infatti la corte costituzionale (Corte cost., 14-01-2010, n. 3)dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 140 cod. proc. civ., nella parte in cui prevede che la notifica si perfeziona, per il destinatario, con la spedizione della raccomandata informativa, anziché con il ricevimento della stessa o, comunque, decorsi dieci giorni dalla relativa spedizione.