Teoria elaborata dall’economista R. Vernon e tesa a fornire una spiegazione delle variabili che influenzano il corso degli scambi internazionali.
La teoria del ciclo di vita del prodotto distingue le fasi attraverso le quali si realizza l’introduzione di un prodotto tecnologicamente nuovo sul mercato internazionale.
Nella fase introduttiva, in cui è ancora presente il supporto della ricerca e della sperimentazione, i costi unitari, e quindi il prezzo, sono piuttosto alti, anche a causa delle spese per la pubblicità.
Nella fase di sviluppo è realizzata la produzione standardizzata e la diffusione su larga scala, che portano alla diminuzione del prezzo del bene. In questo modo, aumenta la concorrenza e il produttore tende a cercare sbocchi sui mercati esteri, prima attraverso l’esportazione, poi, nel caso di imprese multinazionali (v.), installando all’estero le proprie fabbriche allo scopo di ridurre i costi di produzione.
Nella fase successiva, quella della maturità, il prodotto è ormai accessibile a tutti in quanto il processo produttivo è ormai completamente standardizzato; il produttore più competitivo sarà quello che riesce a produrre a costi unitari inferiori rispetto alle altre imprese del settore.
Nella fase del declino, il prodotto risulta tecnologicamente superato ed è difficilmente commerciabile nei paesi industrializzati; l’unico mercato di espansione è dato dalla diffusione del prodotto nei paesi in via di sviluppo.
L’analisi del ciclo di vita del prodotto è ampiamente utilizzata anche nel marketing aziendale come supporto per scelte strategiche in ordine ai prezzi, individuazione di nuove utilizzazioni del prodotto o di nuovi segmenti di mercato ecc.