Libera contrattazione sul mercato fra una pluralità di agenti economici (siano essi produttori, venditori o consumatori), i quali operano allo scopo di assicurarsi le migliori condizioni possibili in seguito alla vendita o all’acquisto di beni e servizi.
Come è evidente, la caratteristica principale di un mercato concorrenziale è la presenza di numerosi soggetti economici, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta (v. Atomicità). Ciò implica che nessun operatore economico può, in alcun modo, influire sulla determinazione del prezzo di un determinato bene, il quale è, invece, il risultato dell’incontro tra offerta (v.) e domanda (v.) di mercato.
I vantaggi di una forma di mercato concorrenziale sono:
— aumento del progresso tecnologico: le imprese, infatti, per poter essere sempre concorrenziali sul mercato sono indotte ad un continuo miglioramento del prodotto, della ricerca nonché alla sperimentazione di tecniche produttive innovative;
— eliminazione delle imprese inefficienti: tutte le imprese che producono a costi elevati saranno, infatti, indotte ad abbandonare il mercato. Poiché producono ad un costo maggiore, esse dovranno vendere i propri prodotti ad un prezzo più elevato; tuttavia, operando in regime di concorrenza e dovendosi confrontare con i prezzi inferiori di imprese più funzionali, saranno inevitabilmente costrette ad abbandonare il mercato o a ridurre i costi;
— ribasso dei prezzi: dovendo confrontarsi con altri produttori (e non essendo in grado di influire unilateralmente nella determinazione del prezzo) ciascuna impresa sarà indotta ad offrire il prezzo più basso possibile.
Si è soliti distinguere due forme di mercato concorrenziale: la concorrenza perfetta (v.), il cui schema teorico ha costituito la base di tutta l’analisi degli economisti classici (v.) e neoclassici (v.) e la concorrenza imperfetta (v.).